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Contributi alla proposta Democrazia Semi Diretta (modello svizzero)

Mi piace molto il concetto della democrazia diretta, il sistema svizzero si potrebbe adattare al nostro paese. Modificherei però anche la legge referendaria abolendo il quorum per le consultazioni, vista la pratica, che non condivido, di esortare gli elettori al non voto. Secondo me se il paese spende i soldi per indire un referendum tutti debbano esercitare il loro diritto (se non sbaglio esiste anche una legge che vieti alle cariche pubbliche di esortare l'elettore a rinunciarvi). Credo anche che si debba proporre un sistema di voto più economico
Prendo subito nota della tua proposta di abolire il quorum. Se l'idea dovesse piacere anche ad altri (e io sono tra quelli) la inserirò sopra nella proposta. Per quanto riguarda un metodo per rendere più economico il voto in Svizzera si sta iniziando a sperimentare il voto per posta e il voto elettronico via internet e via sms. Il metodo dovrebbe anche ridurre l'astenzionismo. Ci sono state delle polemiche sul voto elettronico, ma la Svizzera, dopo disposizione del tribunale, ha reso disponibile il codice sorgente del software usato.
Dimenticavo che, in alcuni cantoni, sono previste multe per chi non esercita il proprio diritto di voto di circa 5 CHF.
Lo strumento della democrazia diretta è il referendum deliberativo-legislativo di iniziativa popolare senza quorum. Gli altri tipi di referendum, come l'esperienza conferma, sono poco più che prese per i fondelli.
Per rendere più diretta la nostra democrazia non si dovrebbe nemmeno cambiare la costituzione, basterebbe solo applicarla pienamente, ma, visto che i partiti non lo permetterebbero mai penso ci vogliano riforme più radicali fino a portare l'Italia allo stato di vera democrazia semi diretta. Per chi fosse interessato agli elementi di democrazia diretta presenti in costituzione ecco un breve estratto da Wikipedia
( http://it.wi... )
L'Italia prevede tre strumenti di democrazia diretta:

Referendum
Nazionale
Abrogativo (articolo 75 della Costituzione della Repubblica Italiana) consente solamente l'abrogazione di leggi già varate dal Parlamento, senza offrire la possibilità di bloccarle prima che esse vengano promulgate. La Legge 25 maggio 1970, n. 352, in materia di Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo. richiede la presentazione di 500.000 firme autenticate, le quali devono essere raccolte in un arco massimo di tempo di tre mesi. Questo rende chiaramente difficoltosa tale impresa a gruppi che non dispongano di un'adeguata organizzazione.
Confermativo (articolo 138 della Costituzione della Repubblica Italiana).
(continua)
Locale
Abrogativo
Consultivo
Propositivo

In applicazione dei principi costituzionali che prevedono l'autonomia legislativa ed attuativa degli Enti locali (articoli 114, 117,118 e 123 della Costituzione della Repubblica Italiana) negli Statuti e nei Regolamenti comunali e regionali può essere introdotto qualsiasi tipo di referendum che trovi applicazione a livello territoriale. Questo renderebbe possibile sulla carta l'introduzione di Referendum di tipo Deliberativo e Revocativo (Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, articolo 8, in materia di Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali. comma 3) e tale proposta è stata avanzata da alcuni sostenitori della democrazia diretta ad integrazione degli strumenti di democrazia diretta attuali.

Legge di iniziativa popolare (articolo 71 della Costituzione della Repubblica Italiana). Consente di presentare al Parlamento disegni di legge, purché sostenuti da almeno 50.000 firme. Essa non ha comunque carattere deliberativo, poiché lo stesso articolo stabilisce che l'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale, che hanno in ogni caso l'ultima parola sulle decisioni finali intraprese.
Petizione (articolo 50 della Costituzione della Repubblica Italiana) non ha finora trovato applicazione pratica, non essendo mai stata regolamentata con un'apposita legge dal Parlamento, e rimane quindi strumento prettamente teorico.
Il Dlgs 267/00 non è stata una spontanea iniziativa dei rappresentanti eletti. Non dobbiamo pensare che gli eletti abbiano voluto dare la possibilità ai cittadini di partecipare ed essere coinvolti nell'amministrazione del territorio in cui vivono poiché il tutto è nato dalla sottoscrizione del Governo italiano di una direttiva europea. L'Italia ha sempre sottoscritto convenzioni e trattati internazionali per pura parvenza di interesse alla democratizzazione e ai diritti umani. Ha iniziato con la convenzione sui diritti e sulle libertà fondamentali dell'uomo che ha violato tante volte accumulando condanne dalla Corte di Strasburgo da fare pietà.
Per quanto riguarda l'art. 8 del Dlgs 267/00 occorre andare indietro nel tempo, ovvero alla sottoscrizione della "Carta Europea sulle Autonomie locali" avvenuta nel 1985. Nel 1989 ci fu la legge di ratifica e nel 1990 la prima legge sull'ordinamento degli enti locali (Legge 142/90). Questa è poi stata migliorata dalla Legge 265/99 e successivamente dal TUEL, attualmente in vigore (Dlgs 267/00)....
(continua dal commento precedente) ... Leggendo la relazione esplicativa della Carta Europea citata si apprende che i cittadini hanno il pieno diritto di essere coinvolti anche attraverso i referendum. Il referendum consultivo introdotto in Italia con la legge 142/90 è stato un modo per raggirare l'ostacolo poiché chi aveva già attuato forme di partecipazione popolare referendarie prevedeva referendum vincolanti per le amministrazioni ... contrariamente a quanto è stato fatto in Italia col referendum consultivo (esplicitamente definito non vincolante nella quasi totalità degli Statuti comunali e locali). Di fatto tale tipo di referendum è un mero sondaggio, molto più costoso di un semplice sondaggio. Tuttavia nel 1999 con la modifica della legge 142/90 è stata tolta la parola "consultivi" dopo la parola "referendum" e questo ha dato il via all'introduzione di altri tipi di referendum (ad es. quello di tipo propositivo). Occorre sempre vedere come è stato regolamentato il suo utilizzo poiché se è stato regolamentato come ha fatto il parlamento con la legge attuativa dei referendum abrogativo e confermativo facoltativo costituzionale di cui agli artt. 75 e 138 cost., rendendo tali referendum sono dei meri plebisciti, in quanto promossi dagli eletti anziché dai cittadini, non c'è alcun orientamento verso la democratizzazione della popolazione. La democrazia deve essere una forte richiesta della popolazione poiché come disse un famoso personaggio storico "la libertà non sarà mai concessa dall'oppressore, ma una conquista dell'oppresso".
Come hai detto tu, sperare che la libertà ci venga concessa dall'alto è inutile, per questo ho deciso di tastare il terreno con questa proposta. Proprio perché credo nella democrazia, quella vera, se la cosa raggiungerà un numero sufficiente di voti dovremo iniziare a lavorare per renderla realtà. In Italia le migliori leggi (potenziali) sono sempre state quelle di iniziativa popolare, ma i nostri cari eletti le respingono con una sistematicità snervante. La prima cosa da fare è togliere loro questa possibilità, proprio come in Svizzera.
e lo credo bene :-)
Sono assolutamente favorevole a mutuare sistemi che funzionano gia'. Noi Italiani siamo inclini a far tutto da nuovo, ma e' ora di cambiare le cose ed essere piu' furbi.
Approvo!!!.

Che tu sappia, c'e' qualcosa nelle leggi elvetiche per l'obbligo di chiarezza delle leggi stesse?

Ci vorrebbe qualcosa per semplificare le leggi italiane e renderle piu' comprensibili senza rimandi.
Ciao, mi fa molto piacere che l'idea ti interessi e sono d'accordo con te che cercare di riprodurre (magari adattandolo e migliorandolo) un sistema che ha già dato prova di funzionare bene sia un modo migliore di procedere.

Per quanto riguarda la tua domanda non credo ci sia, ma, a tal proposito, invito i giuristi presenti su Airesis a intervenire, dato che saranno di certo più competenti in materia. Ecco un estratto da Wikipedia ( http://it.wi... ) che potrebbe comunque dare un'idea dell'atteggiamento tenuto in Svizzera a tal riguardo:
"Alcune votazioni sono chiare e comprensibili ed interessano la gente perché riguardano la loro città, il loro lavoro o i loro figli. Altre volte il quesito non è così chiaro e gli elettori non sono sicuri dell’influsso che potrebbe avere sulla loro vita quotidiana. Solo la metà delle proposte dei referendum e solo un decimo di quelle delle iniziative popolari sono approvate dagli elettori. La popolazione votante si aggira intorno al 40%. Per aumentare questa percentuale si sta sperimentando l’uso del voto elettronico.

Anche se un’iniziativa non è approvata, il dibattito che ne deriva costituisce un importante contributo alla vita politica, e può spesso cambiare gli atteggiamenti a lungo termine.
Quindi, da quello detto sopra, si evince che si stanno anche avviando a una maggiore informatizzazione del voto.
Penso che, inoltre, per adattare il sistema all'Italia andrebbero aumentati i quorum per tener conto del fatto che la popolazione è maggiore:
Svizzera: 8.014.000 ab.
Italia: 60.870.745 ab.
Potrebbe essere interessante... unico dubbio la diversa dimensione... e tutti i problemi tipici della democrazia liquida...

vedi link per una descrizione di cosa intendo...
http://www.g...
Buon giorno a tutti, premesso che la Costituzione si può modificare per puntualizzare meglio alcuni principi che, pur essendo chiari sono stati ignorati da sempre sia degli eletti e sia dagli elettori, credo che si possa fare molto anche senza apportare modifiche alla Costituzione (che sono molto più difficili da apportare proprio perché al popolo - per colpa di se stesso - non sono riconosciuti poteri. Esiste infatti una legge da 21 anni (legge 142/90) ora perfezionata dal Dlgs 267/00 art. 8, intitolato Partecipazione Popolare, che sarebbe un opportuno trampolino di lancio per educare i cittadini alla democrazia diretta. Purtroppo, come ha fatto sempre il parlamento a livello nazionale, gli strumenti previsti da tale legge sono tuttora mortificati dagli amministratori comunali che hanno voluto raggirare, anche in maniera banale e palese, tale legge. Gli strumenti di partecipazione popolari previsti al comma 3 del citato art. 8 Dlgs 267/00 non sono per nulla agevolati e vengono spesso impediti dalla mancanza di regolamento attuativo (non previsto dalla legge ma richiamato dagli Statuti comunali deliberati dagli eletti) e da eccessiva burocrazia consistente in eccessivo numero di firme, commissioni fatte da compiacenti membri scelti dalle amministrazioni, sistemi di autenticazione e certificazione delle firme macchinosi.
(continua commento precedente) ... Sarebbe già una gran cosa iniziare a diffondere ai cittadini la possibilità di chiedere/pretendere la modifica degli Statuti comunali con l'introduzione di referendum abrogativi, confermativi e propositivi senza quorum come già hanno fatto 12 comuni italiani (ovviamente queste notizie non le sentiremo mai attraverso i tradizionali mezzi di informazione asserviti al tradizionale, obsoleto e fallimentare sistema rappresentativo.
Per quanto riguarda la Costituzione italiana è stato consegnato al parlamento un disegno di legge di iniziativa popolare che la modificherebbe rafforzando gli strumenti di democrazia diretta esistenti e introducendone dei nuovi. Tale disegno di legge è denominato "Quorum Zero e Più Democrazia".
Grazie per l'importante contributo, sarà estremamente utile per la nostra discussione! In effetti anche nella nostra costituzione esistono molti elementi di democrazia diretta, ma, ovviamente,a parte il referendum abrogativo, sono sempre stati tenuti più o meno nascosti. La legge di partecipazione popolare è uno degli elementi di democrazia diretta mai attuati realmente in Italia, purtroppo. Anche il disegno di legge "Quorum Zero e più democrazia" è davvero straordinario, ma dovremo premere molto di più perché una simile legge sia approvata. Già con quella legge ci avvicineremmo moltissimo al modello svizzero. Non esitare a segnalarci altre informazioni che possano arricchire la nostra discussione.
Noto, quindi, che conosci quindi Quorum Zero e Più Democrazia :-). Un invito che rivolgo spesso a chiunque sia interessato alla democrazia diretta e a come poterla attuare in Italia (ovvero partendo dai Comuni) è quello di andare a leggersi lo Statuto del proprio Comune di residenza ed eventuale regolamento richiamato dallo Statuto relativamente alla partecipazione popolare. Chiunque potrà rendersi conto che gli strumenti previsti dalla citata legge sono stati più o meno tutti introdotti negli Statuti ma, come già detto, snobbati o raggirati. Occorre una vasta campagna informativa e di sensibilizzazione prima rivolta alla gente ... poiché parlare agli eletti credo che sia inutile. Quando la gente sarà informata potrà chiedere agli eletti l'applicazione onesta sia dei principi costituzionali e sia della legge. La partecipazione popolare e la democrazia diretta sono la base della democrazia.
Si, un'iniziativa davvero notevole e non potrei essere più d'accordo sulla necessità di diffondere queste conoscenze, è necessaria una vasta campagna informativa proprio perché i cittadini prendano coscienza degli strumenti che già di diritto spetterebbero loro. Sono certo che assieme potremmo fare molto a tal proposito :)
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