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Programma M5S per le Elezioni Europee 2014

Dal blog di Beppe Grillo - 3 Gen 2014

http://www.beppegrillo.it/2014/01/europa_cosi_vicina_cosi_lontana.html

L'Europa. Cosa sa un italiano dell'Europa, della UE, della BCE, a parte i luoghi comuni? Ci sono degli europarlamentari italiani a Bruxelles? Certo, tra cui Mastella, ma nessuno sa cosa fanno, di cosa si occupano. Neppure chi sono. L'europarlamento è come un Grand Hotel in cui si alloggia fino alla prima opportunità elettorale in Italia, come successe per D'Alema, o un sontuoso cimitero degli elefanti di politici trombati e di seconde file. La comunicazione dei lavori europarlamentari è del tutto assente. Alzi la mano chi può tracciare un bilancio minimo dei lavori dello scorso anno. Non si discute mai di Europa, ma solo di euro che dovrebbe rappresentare l'economia europea nel suo insieme, ma che ormai non rappresenta più nulla. L'Europa è un comodo alibi. "Ce lo chiede l'Europa" è un mantra per coprire qualunque stronzata, dal Fiscal Compact al pareggio di bilancio in Costituzione. Chi è questa Europa, mitica e lontana, che ci invia i suoi messaggi per bocca di Napolitano e della coppietta di pappagalli Capitan Findus Letta e Renzie? Fuori un nome. Chi decide cosa e perché sulle nostre teste? Siamo in preda a un'allucinazione collettiva che ha trasfigurato una banca centrale europea e la burocrazia in un ideale di Europa che non esiste. Governati a livello nazionale da banchieri e burocrati che usano primi ministri come portaborse e camerieri. Le decisioni prese in Europa hanno effetti devastanti sul futuro delle prossime generazioni, nel bene così come nel male, ma nessun cittadino europeo può interferire, spesso non ne è neppure a conoscenza. L'Europa sarà politica o non sarà. Sarà partecipativa o non sarà. L'Europa non è un frullatore di nazionalità per renderle omogenee. Questo è un disegno destinato al fallimento. Un esercizio impossibile. Non siamo gli Stati Uniti d'America con popolazioni eterogenee in cerca di una nuova Patria, ma popoli con tradizioni e civiltà millenarie. Quest'Europa così invocata e così assente si è trasformata in una moderna dittatura che usa i cerimoniali democratici per legittimare sé stessa. Il MoVimento 5 Stelle entrerà in Europa per cambiarla, renderla democratica, trasparente, con decisioni condivise a livello referendario. Oggi la UE è un Club Med infestato dalle lobby. Il manifesto del M5S per le elezioni europee è di sette punti. Nelle prossime settimane ne illustreremo i motivi. In Europa per l'Italia, con il M5S!
Stampate, inviate, diffondete i "7 Punti per l'Europa".

 

 

cosa ne pensate? parliamone wink

 

come detto a Vito su twitter, dopo gli incontri svolti alla Camera con i favorevoli,neutri, e contrari all'euro mi sarei aspettato un programma più condiviso e "ragionato" su questa questione e invece sono stati ribaditi gli stessi 7 punti precedentemente propagandati (i 7 punti son stati pubblicati prima del ciclo di incontri)

di questi 7 punti alcuni sono ambigui e in contraddizione tra loro ( ad esempio eurobond o alleanza paesi mediterranei?); altri inutili perchè le misure di incentivo alle imprese o all'agricoltura, ad esempio, son già di fatto presenti (e i fondi assegnati alle regioni non vengono conteggiati in quel fatidico parametro del 3%); altri poco efficaci e mi riferisco in particolare al referendum espressamente vietato dalla nostra Costituzione all'articolo 75 (sono vietati i referendum sulle leggi di ratifica dei trattati internazionali)

la premessa che sostiene il programma è fondamentalmente esatta: stop alle politiche di austerità / sganciamento dalla morsa delle banche e della troika ma i punti proposti non sortiscono l'effetto desiderato anzi...se adottassimo gli eurobond (cosa che comunque la germania MAI accetterà) otterremmo solo l'effetto di trasferire il "controllo" della nostra politica finanziaria/sociale/economica a gruppi di potere ancor più grossi (sempre i mercati sono eh!) ma di fatto, a fronte di qualche punticino risparmiato sugli interessi (e visto il Fiscal Compact), non avremmo comunque alcun beneficio sul fronte dello stimolo alla crescita e del sostegno della domanda interna e quindi dell'occupazione e delle esportazioni continueremmo a rincorrere i mercati e i mercati continuerebbero e con maggiore impeto a condizionare le nostre scelte

tutte ciò sarebbe evitabile se solo fosse possibile che sui mercati potesse tornare ad agire liberamente la leva del cambio della valuta che riequilibrerebbe gli squilibri dei saldi commerciali nell'area "intraeuro" in maniera naturale come è sempre avvenuto sino agli anni 80 (anni per noi funesti perchè abbiamo rinunciato al controllo della Banca di Italia) o, in alternativa, succosa alternativa, se rivedessimo i paradigmi delle nostre economie, i nostri ordinamenti giuridici fondati sul libero mercato (utopia ma mai dire mai) e ripudiassimo il capitalismo più spinto a cui ci siamo abbandonati: la vera rivoluzione direi (ma è utopia ok ok!)

tornando ai 7 punti: è come se non si fosse voluto affrontare il tabù del debito pubblico, visto e percepito dall'opinione pubblica come brutto e cattivo quando invece il nodo fondamentale è se questo sia o meno sostenibile, perchè è impossibile ottenere allo stesso tempo un debito pubblico bassissimo, un'economia vivace e fiorente e uno stato sociale degno di tale nome, le cose non possono coesistere e noi piano piano, per tenere sotto controllo il debito pubblico finiremo per dismettere del tutto lo stato sociale

ah, non è farina del mio sacco...io ho studiato altro nella mia vita ma ho avuto la sfortuna di abbeverarmi ad un fonte libera e fuori dagli schemi (il dottor Bagnai) sin dagli inizi del suo blog e questo è il risultato, pessimo direi

Anch'io credo vadano ridiscusse molte regole del "sistema" europa, cionondimeno resto convinto che le teorie di bagnai siano distaccate dalla realtà. Si può anche uscire dall'euro, riacquisire sovranità monetaria e riscrivere tutte le regole della finanza (ed occorerebbero anni per questo processo), ma non sarà sufficiente a risolvere i problemi causati da politiche periferiche disastrose che negli ultimi decenni hanno permesso la delocalizzazione della produzione, la mancanza di investimenti sulla ricerca per puntare sulla qualità e la fuga dei capitali prima e dei cervelli dopo. Resto convinto che laddove si risolvano i problemi di eccesso di globalizzazione e capitalismo resta una domanda semplice semplice: possiamo lavorare tutti sui servizi? Non credo, anche perché le fortune dell'italia del dopoguerra e di tutte le economie in ascesa sono figlie di una forte industrializzazione che, piaccia o meno, porta lavoro e ricchezza per tutti. Pertanto, per me, vanno bene tutti i punti in cui si chiede flessibilità e meno rigore, ma solo se sono propedeutiche ad investimenti per rilanciare la produzione, altrimenti gli altri stanno ripartendo e noi restiamo fermi.
Le regole della finanza vanno sicuramente riscritte, ma la complessità del sistema economico-finanziari attuale non ti consente di prescindere da essa.
Ovvio poi, che bisogna puntare su un tipo di Industrializzazione diversa, con attenzione massima all'ambiente, puntare sulle rinnovabili, fermare la cementificazione e puntare sulla ristrutturazione del patrimonio esistente, ripuntare sulle politiche agricole e tutti i punti di forza che mi hanno avvicinato al movimento 5 stelle, ma restare fuori da un sistema che in qualche modo e' irreversibile vuol dire suicidarsi. Si può e si deve migliorarlo, ma standoci dentro e combattendo, non restandone ai margini.
In breve, restiamo in europa ma andiamo a fare casino, a me i sette punti (tranne il primo, tra l'altro inutile), mi soddisfano.

Interessante discussione.

Il M5S è anti-europeista? Io dico che è falso, il Movimento è contro un'Europa basata sulle banche, sulla finanza, sulla disuguaglianza e sui patti scellerati che ci hanno imposto (MES, fiscal compact, patto di stabiltà) che favorisce alcuni Paesi a scapito di altri grazie anche ad una moneta unica che ha diviso invece che unire. In un Europa esclusivamente monetaria e austera non ci possiamo riconoscere e non possiamo rimanere.

Vinceremo le Europee e andremo in Europa per ridiscutere il concetto stesso di Europa non nuovo ma forse al contrario più originale rispetto all’attuale. Dovremo infatti recuperare quel concetto che sognava un Italiano considerato da molti come padre fondatore dell’Europa,  l'antifascista Altiero Spinelli, nel “Manifesto di Ventoténe per una Europa libera e unita”,  nel 1942 parlava di un'Europa dei popoli, un’Europa come Comunità Solidale.

I sette punti del M5S, sono punti importanti per rinegoziare anche in chiave provocatoria il concetto di Europa. Ai paletti monetari ed economici è necessario sostituire la solidarietà e la comunità. Dovremo andare in Europa per fare casino e dire no a fiscal compact mes e rinegoziare debito. Per me queste tre cose sono primarie. Poi il referendum di tipo consultivo e non deliberativo è relativamente importante ma anch’esso offrirà finalmente un momento realmente partecipativo e di confronto di cui si dovrà tenere conto.

Nel medio e lungo periodo ci sarà da rimodulare il sistema produttivo/economico e finanziario basandosi su nuovo modelli economici, che guardano soprattutto allo sviluppo sostenibile, alla green economy ma anche alle identità culturali locali, alla valorizzazione del territorio e del suoi beni locali appunto, in contrapposizione a quelli globali, secondo i criteri della stessa decrescita felice.

Ma prima di tutto ribadisco, bisognerà ridisegnare un nuovo concetto di Europa, più solidale, più comunitaria nel vero senso della parola e che metta in secondo piano l'unione monetaria, patto di stabilità e parametri di Maastricht.

 

I sette punti del M5S, sono punti importanti per rinegoziare anche in chiave provocatoria il concetto di Europa. Ai paletti monetari ed economici è necessario sostituire la solidarietà e la comunità. Dovremo andare in Europa per fare casino e dire no a fiscal compact mes e rinegoziare debito. Per me queste tre cose sono primarie. Poi il referendum di tipo consultivo e non deliberativo è relativamente importante ma anch’esso offrirà finalmente un momento realmente partecipativo e di confronto di cui si dovrà tenere conto.

Nel medio e lungo periodo ci sarà da rimodulare il sistema produttivo/economico e finanziario basandosi su nuovo modelli economici, che guardano soprattutto allo sviluppo sostenibile, alla green economy ma anche alle identità culturali locali, alla valorizzazione del territorio e del suoi beni locali appunto, in contrapposizione a quelli globali, secondo i criteri della stessa decrescita felice.

Ma prima di tutto ribadisco, bisognerà ridisegnare un nuovo concetto di Europa, più solidale, più comunitaria nel vero senso della parola e che metta in secondo piano l'unione monetaria, patto di stabilità e parametri di Maastricht.

quoto soprattutto questa ultima parte del tuo discorso ma al tempo stesso mi chiedo PERCHE' non si può fare campagna elettorale veritiera su questi punti anzichè confondere le idee con quei punti poco credibili

una spiegazione c'è, ed è sotto gli occhi di tutti, con quei 7 punti si raccoglie più consenso "inconsapevole", più consenso "disinformato"; può essere una strategia vincente ma mi convince poco

detto questo però, Domenico, il tuo discorso (e quello di Carlo) non può stare in piedi con questo Euro, l'Euro è l'ostacolo a tutti i buoni propositi di cui parlate

non cadiamo nell’errore di confondere Europa con Euro…uscire dall’Euro non significa rinunciare ad un governo comune su politica “estera” e controversie internazionali o su politiche sociali o sulla libera circolazione dei lavoratori

le idee di Bagnai son tutt’altro che anticapitaliste e utopistiche (per quelle forse è meglio rivolgersi a Fusaro, croce e delizia delle mie letture attuali)
Bagnai infatti non prescinde da un’economia di mercato ma vorrebbe che anche le valute stessero sui mercati come le merci perché è risaputo (e ribadito anche da premi nobel) che per riequilibrare i saldi commerciali è necessario O svalutare la moneta O abbattere i costi di produzione (e quindi anche quelli del lavoro). Noi, non potendo agire sulla svalutazione della moneta, non abbiamo scelta…e vai con i contratti atipici e lo scardinamento delle tutele dei lavoratori e dello stato sociale.

Oggi paghiamo uno scotto pesantissimo dato dal vivere con una moneta sopravvalutata del 30% circa rispetto ai fondamentali economici del nostro paese. Ciò si ripercuote inevitabilmente sulle nostre PMI (vero motore della nostra economia) penalizzandole sui mercati intraeuro (per gli extraeuro non ne parliamo proprio perché lì reggere la concorrenza è impossibile anche alla signora Merkel che tanto fa la spaccona in Europa); ecco perché, come dice Carlo, assistiamo a delocalizzazioni e vendita dei marchi a chi i soldi ce li ha (guarda caso eh)

Non ci si può risollevare se non ci si toglie 'sto peso dalla testa..e badate bene: sta diventando un peso anche per le economie dominanti nella nostra area perchè la contrazione dei nostri consumi influisce anche sulla quantità delle loro esportazioni.

Svalutare la moneta di quell’ ipotetico 30% (probabile ma non certo) porterebbe sicuri benefici nell’ambito delle esportazioni del made in italy con tutto ciò che ne conseguirebbe (aumento della produzione, aumento dell’occupazione, aumento delle entrate dello stato per maggiori tasse e contributi versati) innescando un circolo virtuoso che davvero porterebbe a veder crescere il PIL e a contenere il debito pubblico; quella svalutazione poi, renderebbe nuovamente più appetibili e convenienti anche a noi stessi i nostri prodotti e ci arrivate da soli che se non compriamo più le arance spagnole al supermercato vuol dire che ci sarà un coltivatore siciliano di arance che non smette più di produrle o che non le manda più al macero;
l’unica (la solita) obiezione che fanno i piddini è il lievitamento del costo dell’energia che noi compriamo dall’estero;
bene, parliamone: se anche fosse così (e la storia delle crisi precedenti dicono che non è proprio così) l’effetto non sarebbe affatto la catastrofe che vogliono farci credere essere, e comunque ciò potrebbe essere di stimolo per diventare maggiormente autosufficienti investendo in ricerca e nelle energie rinnovabili…mica male come pungolo
svalutare la moneta è ad esempio quello che hanno fatto USA e GB per non far affondare la loro nave colpita dalla concorrenza globale e da crisi finanziarie che sono stati veri tsunami (colossi mondiali della finanza!) e non le scossette di terremoto della mps di noialtri;
se prendete i dati dei paesi dell’OCSE dell’ultimo anno (praticamente paesi di tutto il mondo) vedrete che ci sono solo 10 paesi che non hanno un tasso di crescita positivo: bene…9 di questi 10 sono in area Euro (e la decima è la Repubblica Ceca mi pare); ci sarà un motivo o no?

Quanto ai problemi “strutturali” delle economie periferiche vi vorrei far notare che oggi siamo in deflazione e non riusciamo a crescere (penso all’occupazione più che ai freddi numeri) per due motivi fondamentali:
la carenza di domanda interna (dovuta anche alla mancanza di lavoro e all’incertezza sul futuro)
l’elevato indebitamento PRIVATO dovuto ad un ricorso incentivato, smodato e immotivato a fonti di finanziamento a tasso agevolato (grazie euro) che ha sostanzialmente strozzato chi si è indebitato e poi ha perso pure il lavoro (e con esso casa, capannoni, aziende etc etc) oltre che ad aver drogato il sistema gonfiando bolle speculative (una su tutte quella immobiliare) pronte ad esplodere, se non già esplose

Carlo dice che non si può prescindere dalla finanza? Ha ragione ma uno stato sovrano che fa gli interessi dei cittadini può OBBLIGARE, ad esempio, le banche che operano sul proprio territorio a comprare quote del proprio debito pubblico così come accadeva prima del 1981
Uno stato sovrano potrebbe (la butto lì solo perché mi è venuta in mente ora, non ho fatto i “conti”) ad esempio investire 10mld di euro (quelli degli 80euro in busta paga) acquistando dalle banche a base d’asta tutti gli immobili di quei poveracci che non ce la fanno più a pagare il mutuo per riaffittare agli stessi lo stesso appartamento ad un canone equo e fissare un prezzo di riscatto per tempi futuri migliori (acquisizioni e non le dismissioni su cui i neoliberalipiddini si riempiono le bocche!)
Uno stato sovrano eh! Perché se anche passasse un simile disegno di legge scommettiamo quello che volete voi che “l’Europa” ce lo boccia etichettandolo come aiuto di stato?

poi se vogliamo discutere anche di cosa sia e a cosa serva la spesa pubblica io ci sto...oggi è demonizzata e quando si parla di tagli si parla sempre di tagli negli acquisti di beni e servizi (cito Renzie) quando quello è l'unico taglio che NON si dovrebbe attuare; in periodi di recessione economica, di stagnazione o deflazione, la spesa pubblica DEVE crescere e non contrarsi

 

Ovviamente Saverio, la vedo diversamente su diverse questioni. heartheartheart

Mettendo per un attimo da parte le alchimie della finanza che, credo siamo tutti d’accordo, vadano in qualche modo gestite e controllate, ci sono dei problemi reali e tangibili che un’eventuale repentina uscita dall’euro causerebbe con ogni probabilità ed è PROPRIO la storia, anche del nostro paese, che ce lo insegna.

Gli esperti euroscettici che nomini tu sostengono che uscendo dalla moneta unica si risolverebbero i problemi dell'Italia, stretta nella morsa dello spread e del rigore di bilancio imposto dalla comunità europea in generale e dalla Germania in particolare, dimenticandosi, però, dei duri contraccolpi che l'uscita dall'euro potrebbe avere invece sulla società e sull'economia del nostro paese.

L'uscita dall’euro ed il ritorno alla lira, è un passaggio tecnicamente delicato che deve avvenire con un'operazione-lampo, gestita nell'arco di un fine settimana e accompagnata dal blocco provvisorio dei movimenti di capitale come avvenuto nel recente passato, per esempio, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia. Se l'operazione non viene gestita bene e c’è una (inevitabile) fuga di notizie si rischia una fuga massiccia di capitali all'estero (di quei pochi che ancora non sono fuggiti dall’Italia per tutta una serie di motivi che nulla c’entrano con la moneta unica e la finanza e che non ci riguardano in questa discussione). Non appena sarebbe chiara la volontà dell'Italia di abbandonare la moneta unica, molti investitori sarebbero infatti spinti a fuggire con la massima fretta, spostando le attività finanziarie detenute nel nostro paese verso nazioni con una valuta più forte.

Poi, il grosso problema del debito pubblico italiano che attualmente ha un valore espresso in euro (come sai, oltre 2mila miliardi). Se il nostro paese tornasse alla lira i possessori dei titoli di stato (soprattutto gli stranieri che detengono ancora più di un terzo del nostro debito), non accetterebbero di convertire i loro crediti in una nuova moneta che vale meno e pretenderebbero che vengano ripagati in euro (cioè nella valuta in cui sono stati emessi). Ne discende che il nostro paese sarebbe costretto a rimborsare buona parte dell'attuale di debito in euro, mentre il suo pil sarebbe espresso in una nuova moneta che vale meno. In questo modo, il rapporto tra debito pubblico e pil (già oggi al 130%) salirebbe ancora ed in breve diventerebbe insostenibile.

E ancora, si sostiene che le nostre esportazioni riprenderebbero a volare, acquistando grande competitività sui mercati. Ci si dimentica, però, che l'export made in Italy non va affatto malissimo e oggi è tornato ai livelli precedenti la crisi economica, nonostante l'esistenza dell'euro. Inoltre come dicevi giustamente tu, l'Italia non è soltanto una nazione esportatrice ma anche un grande importatore di materie prime. Il deficit energetico del nostro paese, per esempio, è attorno a 65-70 miliardi a causa dell'import di gas e petrolio, il cui valore sui mercati internazionali viene espresso in dollari e si impennerebbe all'improvviso se l'Italia avesse una moneta svalutata. Chiaro che sarebbe un input non da poco per lo sviluppo delle energie rinnovabili, ma nel mentre, ci sarebbe uno shock non da poco per le nostre aziende che non possono prescindere dal gas e petrolio che perderebbero immediatamente ulteriore competitività nei confronti delle aziende straniere.

Proprio per questo l’Italia, non appena dovesse decidere di svalutare la propria moneta, correrebbe il rischio di un’impennata dell'inflazione a causa del maggior costo delle materie prime importate, che indirettamente finiscono nel carrello della spesa. Aumentando troppo i prezzi, inoltre, la Banca Centrale tenterebbe di fermarli aumentando anche i tassi di interesse, cioè il costo del denaro, con tutto ciò che ne consegue. Per me sarebbe una vera e propria tragedia e la storia italiana ce lo insegna per quel che è successo soprattutto negli anni '70  e '80, quando effettuando più volte delle svalutazioni competitive della lira ci siamo guadagnati il triste primato di avere dei tassi d'interesse e una crescita dei prezzi altissimi, entrambi a due cifre. Hai voglia a stampare danaro…

Ci sarebbe anche il problema delle inevitabili speculazioni dovute al cambio di moneta come avvenuto nel 2002 (ti cito il luogo comune che 1000 lire = 1 euro), ma soprassederò per pudore e per non insultare nessuna categoria.

In definitiva, per me, ormai è troppo tardi per tornare indietro, ci sono voluti decenni per arrivare a questo punto e non puoi tornare indietro in tempi veloci. Ci sei dentro e combatti per ottenere il massimo possibile senza farti strangolare e nel movimento 5 stelle ci sono gli unici che andrebbero lì per studiare le “carte” cercando di cambiare qualcosa, senza andare a girare la ruota della fortuna con Iva Zanicchi.  

Come ribadito più volte dai Portavoce nelle varie agorà e come lo stesso Beppe Grillo ha, in molte occasioni, avuto modo di sottolineare, Il Movimento 5 Stelle ha una netta posizione PRO Europa. A conferma di ciò c'è il rifiuto di avere interlocuzione con, molto probabilmente, la maggior forza ANTI Europeista che in questo momento si sta affacciando nello scenario Politico Europeo. Mi riferisco al Front National della Le Pen (a cui in Italia si è affiancata la Lega). La stessa Marine Le Pen, intervistata se non erro da Servizio Pubblico (credo fosse Giulia Innocenzi), confermo che allorquando cercò con Grillo una prima interlocuzione, ottenne un rifiuto, giustificato dal fatto che i punti programmatici del Front National erano in antitesi con quelli espressi nel Programma del MoV.

È ovvio che la permenenza del nostro paese in Europa, non può e non deve essere "a tutti i costi". Questo è il punto. Alla luce dei fallimenti fin troppo evidenti delle politiche di Austerity imposte in questi anni, spudoratamente dalla Troika per la Grecia e subdolamente per tutti gli altri paesi PIIGS e in particolare per l'Italia da parte della Germania egemone, è arrivato il momento di chiedersi se i vincoli ratificati negli anni e in particolare l'ultimo in ordine cronologico, ovverosia il Fiscal Compact, siano la strada giusta. Noi diciamo di no e lo diciamo convintamente e fermamente.

Ora però vi chiedo di fare insieme a me un ragionamento. Sono d'accordo con Saverio che i 7 punti (poi in realtà ridotti a tre per questa imminente campagna elettorale) sono un po' inconsistenti, addirittura (dice Saverio) vicendevolmente in contraddizione. Sono d'accordo. Però se si legge fra le righe viene fuori (secondo me) che quello è un piano pretestuoso, usando un gergo cartaro, una sorta di "All-In" (Ooollll Innnnnn - dice quello della TV). Certo non è il massimo Politicamente parlando, ma (e qui scatta il mio ragionamento) in realtà cambiare le cose in Europa (paradossalmente) non si può fare all'interno delle Istituzioni Europee. Questa è la verità. Se il MoV dovesse riuscire a piazzare una 20ina di Parlamentari a Strasbruxelles (vi piace Strasbruxelles me lo sono inventato mo :) ) poco cambierebbe. Sono i Governi dei vari stati che siglano gli accordi internazionali.

Capite bene, quindi, che le Elezioni Europee 2014 sono in relatà già di per se quel referundum che il MoV vorrebbe proporre PRO/CONTRO EURO (Attenzione!! EURO no Europa). Qui sta il nodo Politico!! Esticazzi è un nodo bello grosso grosso da sciogliere. In quanto forza ANTI-Sistema, il MoV punta a rompere questa sorta di stato di ipnosi collettiva, dando un pugno in faccia all'ipnotizzatore. Non so se ho reso.

In altre parole, per sperare di cambiare le cose in Europa, bisogna andare a governare l'Italia. Perché Ora? Perché attraverso le Elezioni Europee? Eh perché, perché ormai appare fin troppo chiaro che Napolitano ha deciso che questa legislatura durerà il tempo necessario a far scattare ogni meccanismo che ci vincolerà definitivamente all'Europa e all'Euro, a danno dei cittadini che vedranno ipotecato il loro (nostro) paese per almeno vent'anni. Merde!!!

E quindi? e quindi è necessario uno scossone Politico nostrano, che è proprio quello che auspichiamo, tale da consentirci di arrivare al rush finale. Due anni fa credevamo, ingenuamente (?), che sarebbe bastato entrare nelle istituzioni per "stimolare" il cambiamento, oggi ci siamo resi che non basta, è troppo lento e arzigogolato. Il prossimo passo sarà quello di diventare maggioranza (questo è l'obiettivo) e anche questo non basterà. Quando lo saremo ci renderemo conto che sarà necessario (e usando la metafora del videogioco tanto cara a Tremonti, quello che sto per annunciare è il mostro finale del quadro) buttar giù il vero potere forte dei poteri forti in Italia: i burocrati.

Detto questo però, non sono ancora entrato nel merito delle obiezioni mosse da Saverio. Che dire, mi trovano d'accordo. È necessario un ragionamento, evidentemente, ex post che possa focalizzare gli obiettivi su IN o EXIT Strategy (questo lo dobbiamo capire??? Muà forse la domanda è retorica!!). Di certo c'è un fatto: uscire dall'Euro (ribadisco Euro no Europa) o creare un Euro a due velocità o qualsivoglia strategia alternativa ci possa venire in mente, potrà essere attuata SOLO se il MoV andrà al Governo di sto paese.

Poi Saverio, in ultima analisi, sulle teorie di Bagnai relative al "non problema" del debito Pubblico, sul ridiventare uno Stato Sovrano, con me sfondi una porta aperta. E credo anche che la porta è bella che spalancata anche in generale nel MoV. Ecco perché oggi non mi pongo il problema dell'inconsistenza di quei sette punti. Se vogliamo... ci accusano di polismo?! Beh cavalchiamone per un po' l'onda. E che cazzo!!!

Savè che fai rispondi tu a Carlo? laughlaughwink

non sarebbe male copiareEincollare i nostri interventi anche su Airesis Basilicata così possono partecipare alla discussione tutti gli attivisti lucani ;)

Per quanto riguarda la posizione del Movimento in Europa credo Leo che la tua interpretazione sia corretta e condivisibile, resta da capire però a quale gruppo o schieramento il MoV farà riferimento una volta insediato nel parlamento europeo

Savè che fai rispondi tu a Carlo? laughlaughwink

ci provo ma mica è facile blush

sulle obiezioni di Carlo io mi limito a sottolineare come la questione sia piuttosto tecnica e anche ardua da affrontare senza tabelle e grafici alla mano

di certo c'è che su queste questioni c'è una sorta di terrorismo mediatico fatto da chi teme la ricaduta politica delle proprie scelte politicoeconomiche (pd in primis)

innanzitutto lasciatemi precisare che quando parlo di uscita dall'euro in realtà sarei più preciso se parlassi di rimozione del vincolo sul tasso di cambio

poi  che il meccanismo sia tecnicamente delicato non ci sono dubbi ma che sia ingestibile è sbagliato dirlo e non c'è nemmeno la necessità di farlo clandestinamente ed in una notte per non far fuggire i capitali all'estero

ciò perchè veder rinominato e ricalcolato il proprio conto corrente da una valuta all'altra non comporta alcun rischio nè per l'investitore estero nè per quello italiano

questi investimenti di cui parli e che temi possano fuggire in sostanza possono essere:

a) azioni (e quindi percentuali di possesso di aziende e a prescindere dalla valuta in cui esprimi il valore sempre la stessa percentuale rimane)

b) le obbligazioni e titoli di stato, che invece sono crediti e per quelle estere non cambierebbe nulla (rimarrebbero nella valuta estera) mentre per quelle italiane non necessariamente si andrebbe incontro ad una perdita di valore per due motivi; Primo: non è vero che tasso d'inflazione e svalutazione vadano a braccetto (anzi la storia economica insegna il contrario); Secondo: si elimina del tutto il rischio di insolvenza poichè uno stato sovrano che emette moneta non può "tecnicamente" fallire...e l'investitore non si preoccupa di nient'altro che non sia l'onorabilità del proprio credito;

con questa seconda parte della risposta credo di aver risposto anche in merito alla tua preoccupazione sulla crescita del debito pubblico

è ovvio che poi non si può sostenere un debito altissimo dell'ordine dei 3mila miliardi di "pezzenti di montagna" (per non chiamarla lira) ma gli economisti eterodossi sono convinti che la riattivazione del ciclo virtuoso e l'avere sovranità su una moneta che risponda più fedelmente ai fondamentali economici del nostro Paese sia indiscutibile

altra questione che hai voluto sottolineare è sul saldo delle nostre esportazioni:

le cose non stanno come dici tu, le nostre esportazioni, le nostre produzioni, sono fortemente influenzate dalla forza eccessiva della nostra moneta soprattutto nei confronti di quei paesi che hanno volutamente sostenuto la propria debolezza (usa e gb ad esempio)

inoltre, per altri motivi però, è nettamente peggiorato il nostro saldo commerciale nei confronti della germania, ad esempio, verso la quale siamo diventati paese fortemente importatore perchè a parità di prezzo noi stessi preferiamo prodotti tedeschi (pensa alle auto solo per fare un esempio)

ma lì va anche detto chiaramente che la Germania ha barato e ha potuto abbattere i prezzi anche grazie alla riforma del lavoro (Hartz) che ha tutti i connotati della violazione dei trattati europei visto che ha portato ad una vera svalutazione interna...ma loro sono la Germania e l'hanno potuto fare...noi no (ammesso che io sia d'accordo su una riforma del lavoro in tal senso e non lo sono)

se guardi alla Germania come modello di riferimento poi, dati alla mano, vedrai che negli ultimi 10 anni ha tenuto del tutto inalterati i saldi commerciali nei confronti delle aree extraeuro ma nonostante questo la sua economia ha veleggiato e nonostante il mare mosso. Sai perchè? te lo dice la BCE stessa con l'apertura di una procedura di infrazione nei suoi confronti (solo oggi, dopo ANNI di abuso) per eccesso di esportazioni nell'area intraeuro

possibile che non ti torni il ragionamento? la Germania ha sfruttato a suo vantaggio un meccanismo economico/finanziario fallace arrichendosi alle spalle delle economie periferiche che si ritrovano schiacciate dal dover vivere con una moneta sopravvalutata e non possono usare alcuno strumento per invertire la rotta e creare ricchezza

torno ai tuoi timori sulla sostenibilità del debito per sottolineare che sono sì legittimi ma soprattutto se rimaniamo in questo sistema vincolato

non sovrastimiamo il problema però : stati come l'Irlanda o  la Spagna sono andati in crisi nonostante livelli del debito più bassi del nostro e dall'altra parte del mondo c'è uno Stato come il Giappone in grado di sostenere un debito pubblico nettamente più alto del nostro grazie ad un'economia sostenuta quasi essenzialmente dalle esportazioni (e la Cina c'è anche per loro eh...non è che è un pericolo solo per noi)

 

sul bilancio energetico e la sua ripercussione sui prezzi ti faccio un esempio numerico:

supponiamo che io oggi produca un oggetto X che vendo a 1000 euro sul mercato estero

per produrlo consumo 500 euro di "energie" generiche (impatto del 50% del costo dell'energia)

da domani la valuta di riferimento diventa "il pezzente" che si svaluta del 30% rispetto all'euro

l'energia per produrre X diventa 500*1,3 = 650

il prezzo totale sarebbe ora 1150 euro ma avendo svalutato la moneta, per i mercati esteri il suo prezzo sarebbe in realtà quel 30% in meno ovvero 1150/1,3 = 885 pezzenti di montagna

come vedi ad uno straniero conviene più di prima comprare X da noi, nonostante tutto

 

concludo dicendo che Bagnai ha proposto una exit strategy piuttosto interessante, una sorta di manifesto di solidarietà internazionale, che permetterebbe di salvare capre e cavoli: sarebbe sostanzialmente l'introduzione di una spaccatura all'interno dell'area euro con l'introduzione di due monete libere di fluttuare sul mercato dei cambi perchè le stesse si riallineino ai valori fondamentali delle economie di riferimento; ciò permetterebbe tra l'altro di non interrompere il processo di riunificazione e omogeneizzazione dei paesi europei su tutti quei fronti di cui si dovrebbe parlare ma che invece son secondari: parlo dell'armonizzazione dei sistemi di welfare, dei diritti dei lavoratori, dei diritti dei cittadini e della cooperazione su scenari internazionali

ciò per dire che io resto un europeista convinto ma l'euro ci sta dividendo e mettendo gli uni contro gli altri...dove c'è fame c'è guerra...la solidarietà e la compassione e la ricostruzione, in caso di guerra, vengono sempre cronologicamente DOPO i morti e feriti

 

 

 

 

 

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