Per quanto riguarda la posizione del Movimento in Europa credo Leo che la tua interpretazione sia corretta e condivisibile, resta da capire però a quale gruppo o schieramento il MoV farà riferimento una volta insediato nel parlamento europeo
Savè che fai rispondi tu a Carlo?
ci provo ma mica è facile
sulle obiezioni di Carlo io mi limito a sottolineare come la questione sia piuttosto tecnica e anche ardua da affrontare senza tabelle e grafici alla mano
di certo c'è che su queste questioni c'è una sorta di terrorismo mediatico fatto da chi teme la ricaduta politica delle proprie scelte politicoeconomiche (pd in primis)
innanzitutto lasciatemi precisare che quando parlo di uscita dall'euro in realtà sarei più preciso se parlassi di rimozione del vincolo sul tasso di cambio
poi che il meccanismo sia tecnicamente delicato non ci sono dubbi ma che sia ingestibile è sbagliato dirlo e non c'è nemmeno la necessità di farlo clandestinamente ed in una notte per non far fuggire i capitali all'estero
ciò perchè veder rinominato e ricalcolato il proprio conto corrente da una valuta all'altra non comporta alcun rischio nè per l'investitore estero nè per quello italiano
questi investimenti di cui parli e che temi possano fuggire in sostanza possono essere:
a) azioni (e quindi percentuali di possesso di aziende e a prescindere dalla valuta in cui esprimi il valore sempre la stessa percentuale rimane)
b) le obbligazioni e titoli di stato, che invece sono crediti e per quelle estere non cambierebbe nulla (rimarrebbero nella valuta estera) mentre per quelle italiane non necessariamente si andrebbe incontro ad una perdita di valore per due motivi; Primo: non è vero che tasso d'inflazione e svalutazione vadano a braccetto (anzi la storia economica insegna il contrario); Secondo: si elimina del tutto il rischio di insolvenza poichè uno stato sovrano che emette moneta non può "tecnicamente" fallire...e l'investitore non si preoccupa di nient'altro che non sia l'onorabilità del proprio credito;
con questa seconda parte della risposta credo di aver risposto anche in merito alla tua preoccupazione sulla crescita del debito pubblico
è ovvio che poi non si può sostenere un debito altissimo dell'ordine dei 3mila miliardi di "pezzenti di montagna" (per non chiamarla lira) ma gli economisti eterodossi sono convinti che la riattivazione del ciclo virtuoso e l'avere sovranità su una moneta che risponda più fedelmente ai fondamentali economici del nostro Paese sia indiscutibile
altra questione che hai voluto sottolineare è sul saldo delle nostre esportazioni:
le cose non stanno come dici tu, le nostre esportazioni, le nostre produzioni, sono fortemente influenzate dalla forza eccessiva della nostra moneta soprattutto nei confronti di quei paesi che hanno volutamente sostenuto la propria debolezza (usa e gb ad esempio)
inoltre, per altri motivi però, è nettamente peggiorato il nostro saldo commerciale nei confronti della germania, ad esempio, verso la quale siamo diventati paese fortemente importatore perchè a parità di prezzo noi stessi preferiamo prodotti tedeschi (pensa alle auto solo per fare un esempio)
ma lì va anche detto chiaramente che la Germania ha barato e ha potuto abbattere i prezzi anche grazie alla riforma del lavoro (Hartz) che ha tutti i connotati della violazione dei trattati europei visto che ha portato ad una vera svalutazione interna...ma loro sono la Germania e l'hanno potuto fare...noi no (ammesso che io sia d'accordo su una riforma del lavoro in tal senso e non lo sono)
se guardi alla Germania come modello di riferimento poi, dati alla mano, vedrai che negli ultimi 10 anni ha tenuto del tutto inalterati i saldi commerciali nei confronti delle aree extraeuro ma nonostante questo la sua economia ha veleggiato e nonostante il mare mosso. Sai perchè? te lo dice la BCE stessa con l'apertura di una procedura di infrazione nei suoi confronti (solo oggi, dopo ANNI di abuso) per eccesso di esportazioni nell'area intraeuro
possibile che non ti torni il ragionamento? la Germania ha sfruttato a suo vantaggio un meccanismo economico/finanziario fallace arrichendosi alle spalle delle economie periferiche che si ritrovano schiacciate dal dover vivere con una moneta sopravvalutata e non possono usare alcuno strumento per invertire la rotta e creare ricchezza
torno ai tuoi timori sulla sostenibilità del debito per sottolineare che sono sì legittimi ma soprattutto se rimaniamo in questo sistema vincolato
non sovrastimiamo il problema però : stati come l'Irlanda o la Spagna sono andati in crisi nonostante livelli del debito più bassi del nostro e dall'altra parte del mondo c'è uno Stato come il Giappone in grado di sostenere un debito pubblico nettamente più alto del nostro grazie ad un'economia sostenuta quasi essenzialmente dalle esportazioni (e la Cina c'è anche per loro eh...non è che è un pericolo solo per noi)
sul bilancio energetico e la sua ripercussione sui prezzi ti faccio un esempio numerico:
supponiamo che io oggi produca un oggetto X che vendo a 1000 euro sul mercato estero
per produrlo consumo 500 euro di "energie" generiche (impatto del 50% del costo dell'energia)
da domani la valuta di riferimento diventa "il pezzente" che si svaluta del 30% rispetto all'euro
l'energia per produrre X diventa 500*1,3 = 650
il prezzo totale sarebbe ora 1150 euro ma avendo svalutato la moneta, per i mercati esteri il suo prezzo sarebbe in realtà quel 30% in meno ovvero 1150/1,3 = 885 pezzenti di montagna
come vedi ad uno straniero conviene più di prima comprare X da noi, nonostante tutto
concludo dicendo che Bagnai ha proposto una exit strategy piuttosto interessante, una sorta di manifesto di solidarietà internazionale, che permetterebbe di salvare capre e cavoli: sarebbe sostanzialmente l'introduzione di una spaccatura all'interno dell'area euro con l'introduzione di due monete libere di fluttuare sul mercato dei cambi perchè le stesse si riallineino ai valori fondamentali delle economie di riferimento; ciò permetterebbe tra l'altro di non interrompere il processo di riunificazione e omogeneizzazione dei paesi europei su tutti quei fronti di cui si dovrebbe parlare ma che invece son secondari: parlo dell'armonizzazione dei sistemi di welfare, dei diritti dei lavoratori, dei diritti dei cittadini e della cooperazione su scenari internazionali
ciò per dire che io resto un europeista convinto ma l'euro ci sta dividendo e mettendo gli uni contro gli altri...dove c'è fame c'è guerra...la solidarietà e la compassione e la ricostruzione, in caso di guerra, vengono sempre cronologicamente DOPO i morti e feriti