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Standard Proposal il Manifesto dell'Economia Conviviale. Per avere una griglia teorica da riempiere con le iniziative e azioni concrete

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Abandoned more than 10 years ago: 17 Aug 2013 at 05:15 PM

Problema e/o ostacoli

L'assenza di una griglia o struttura teorica condivisa in economia

Solution 1:

il Manifesto dell'Economia Conviviale

Una drammatica crisi economica e sociale sconvolge gran parte dell'occidente e il nostro paese, seminando ovunque povertà e disperazione. Le classi medie stanno scomparendo mentre cresce il divario tra i redditi e la concentrazione della ricchezza: nei paesi Ocse il 10% della popolazione più ricca ha un reddito 9,5 volte più alto di quello del 10% della popolazione più povera e l’1% della popolazione detiene il 90% delle ricchezze. La disoccupazione raggiunge livelli drammatici, escludendo dalla prospettiva di una vita futura gran parte dei giovani.

Nel frattempo, la quasi totalità dei governi dei paesi occidentali, guidati da classi politiche sempre più dipendenti dalle banche e dalle multinazionali, perseguono cammini di “risanamento” forgiati all'interno di teorie economiche obsolete e inadeguate. In particolare, il neo-liberismo, con il suo equilibrio dei mercati ancorato ad una visione meccanicista della realtà, mantiene il dominio ideologico sulla riflessione economica, sporadicamente contrastato da marginali interventi di tipo keynesiano. Il marxismo, infine, non sembra dimostrare quella capacità di auto-rinnovamento tanto invocata dai pur illustri fondatori.

Tuttavia, alcune esperienze offrono l'opportunità di inedite riflessioni. Pur senza ignorare i tentativi in corso in altri paesi per liberasi dal mito neo-liberista, ci riferiamo per esempio all'Islanda, dove un'intera popolazione si è rivoltata efficacemente contro il potere della finanza e ai paesi aderenti ad ALBA (Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América) che, coraggiosamente, stanno seguendo percorsi di estrema importanza ed utilità dal punto di vista economico e sociale. Ma, anche. alla Chiesa Cattolica che, nelle affermazioni e nelle prime azioni di Papa Francesco I sembra prendere le distanze dal sistema dominante.

Tuttavia, nell’affrontare i temi legati all’economia, continuiamo a dare per scontate molte cose, prima tra tutte il ritenere che questo modo di funzionare sia il migliore tra tutti i possibili. In realtà, nella storia dell’umanità, l’economia di mercato occupa un periodo veramente marginale: quello degli ultimi due secoli. Prima d’allora, l’uomo e le donne hanno dato sfoggio di innumerevoli altre soluzioni per soddisfare i loro bisogni materiali, con minore o maggiore efficacia e, con ogni probabilità, anche loro pensavano di aver realizzato il migliore sistema economico e sociale. Sarà sufficiente, quindi, introdurre la dimensione storica nell'analisi economica per far cadere molti miti: quali il progresso, la continua crescita, “l'homus economicus”, l'autoregolamentazione dei mercati e tanti bei simili gingilli aventi lo scopo di rendere apparentemente credibile il sistema.
La riscoperta della componente storica dell'economia evidenzierà, così, la sua dimensione umana, invertendo i termini del dibattito contemporaneo. Il senso dell'attività economica, infatti, deve tornare ad essere strettamente correlato alle finalità che una data società intende perseguire.
Nella speranza che finalmente l'umanità sia disposta a scegliere la felicità dei “molti” invece di quella dei “pochi” e che l'economia torni ad essere unicamente uno strumento e non più un fine, proponiamo “il Manifesto dell'Economia Conviviale”.

Avvisiamo che ogni punto del Manifesto è strutturato sia a livello teorico come empirico, evitando così di cadere in una mera enunciazione di principi. Altresì, auspichiamo che nell'individuazione delle linee di azione ed intervento prevalgano le differenti culture che caratterizzano e colorano le varie realtà nazionali.

1 - LE DONNE E GLI UOMINI SONO IL FULCRO DI OGNI RIFLESSIONE ECONOMICA
Teoria:In questa direzione, dovremo porre al centro dell'analisi economica l'essere umano, poiché l'economia ha unicamente lo scopo di soddisfare le sue necessità materiali e non viceversa. Ma, soprattutto, sarà necessario prestare attenzione alle reali condizioni dei nostri simili, nonché all'autenticità o meno dei loro bisogni e desideri, evidenziando l'enorme capacità manipolatoria esercitata dai mass-media e dalla pubblicità.
Prassi: Le linee d'intervento, a questo livello, oltre a coinvolgere tutto il sistema formativo e informativo, richiedono il diretto apporto individuale. Ogni volta che parleremo e ascolteremo argomenti di carattere economico, chiediamo ai nostri interlocutori dove sono le donne e gli uomini di cui si tratta, spesso solo in forma numerica. La povertà, la disoccupazione, il deficit non sono parole astratte ma bensì il risultato o l'errore dovuto all'azione di altri esseri umani e, come tali, non sono né intangibili né immutabili.

2 – IL FINE ULTIMO DELL'ECONOMIA E' IL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI MATERIALI PERMETTENDO ALL'UMANITA IL PERSEGUIMENTO DELLA FELICITA'

Teoria:A causa dell'eccessivo spazio dato dai mass-media all'economia, sembra quasi che quest'ultima individui il senso ultimo della vita. In realtà, l'economia si occupa unicamente di soddisfare i bisogni materiali attraverso beni e servizi, affinché l'umanità, liberata e appagata nelle sue necessità basilari, possa dedicarsi al perseguimento della propria felicità.

Prassi: Gli uomini e le donne possono dedicarsi a ciò che li rende felici solamente dopo aver saziato le proprie necessità e trovato un luogo dove vivere gradevolmente. Dobbiamo porre fine alla “chiacchiera economica” ed esigere competenza e scientificità dai vari esperti, così come viene richiesto ad un medico o ad un ingegnere. Il rango che oggigiorno occupa l'economia è per molti versi simile a quello di un linguaggio criptico, dove il significato reale dei concetti è riservato ad una ristretta schiera di studiosi. Occorre, quindi, promuovere un'alfabetizzazione di massa rivolta a tutte le fasce della popolazione. Infatti, salvo rare eccezioni, neanche i corsi universitari offrono una formazione adeguata ed aperta alle diverse alternative in campo economico.

Un analogo impegno deve essere rivolto nel raggiungimento di una maggiore autonomia di giudizio e di presa di coscienza. Invero, attraverso la manipolazione delle sensibilità e la cattiva informazione, molte persone cercano di soddisfare bisogni ben diversi (affetto, amore, amicizia, affermazione, sete d'infinito, religione, etc...) attraverso beni e servizi materiali.

3 – OGNI AZIONE ECONOMICA DEVE ESSERE COMPATIBILE CON IL RISPETTO E LA SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE

Teoria: La terra e l'ambiente di cui l'essere umano è ospite sono indispensabili per propria esistenza e rappresentano il futuro per la vita delle generazioni a venire. In questa ottica, ogni azione economica (sfruttamento delle risorse, costruzione di infrastrutture, produzione, etc...) deve
evitare ogni deterioramento dell'habitat.

Prassi: Oltre a promuovere tutte le iniziative volte alla produzione di energia per mezzo di fonti rinnovabili, privilegiando quelle che rispettano anche il patrimonio paesaggistico, parte integrante della cultura locale, si dovranno eliminare gradualmente tutte le forme di inquinamento dell'ambiente. Costituirà, poi, obiettivo primario l'assunzione di comportamenti individuali e collettivi atti, in una prima fase, al raggiungimento del totale riciclaggio dei rifiuti, per pervenire, successivamente, alla loro completa eliminazione.

4 – UNA PARTE DELLA REALTA' ECONOMICA E' COSTITUITA DAI BENI COMUNI INALIENABILI

Teoria: I beni non riproducibili costituenti le basi dell'esistenza e dell'agire umano sono da considerarsi come “beni comuni inalienabili”. Tra questi individueremo la terra, i semi, l’acqua, le montagne, le foreste, l'aria, il mare, il patrimonio storico e artistico, etc.... A questi sono da aggiungere tutta una serie di “beni comuni” determinati storicamente, quali il diritto alla sanità, all'istruzione, etc...

Prassi: Aldilà dell'appiattimento di valori voluto dalla globalizzazione, ogni società, rifacendosi alle proprie tradizioni, individuerà facilmente tutta una serie di “beni comuni” rispettati universalmente fino all'avvento della rivoluzione industriale e anche molto tempo dopo.
Se da un lato occorre impegnarsi nel recupero e ampliamento di tutte quelle norme tradizionali che sempre hanno limitato e impedito il dispiegarsi della bramosia dei singoli (re e imperatori compresi) nelle società tradizionali, dall'altro dobbiamo intraprendere tutte le iniziative democratiche necessarie per una riappropriazione e gestione pubblica dei “beni pubblici”, inclusi quelli caduti, negli ultimi decenni, sotto il dominio privato.

5 – LA COMUNICAZIONE, L'INFORMAZIONE E LA MOBILITA' DEVONO ESSERE UNIVERSALMENTE GARANTITE

Teoria:La globalizzazione ha ingenerato tutta una serie di bisogni, dal cui soddisfacimento dipende la propria qualità di vita e la dimensione democratica della società. Tra questi individueremo le varie forme di comunicazione (telefonia e internet in particolare), l'informazione (televisiva, digitale, su carta stampata, etc...) e la mobilità (trasporti pubblici).
Prassi: La comunicazione, intesa anche come connettività ad internet, è ormai indispensabile sia a livello lavorativo che sociale, per cui, onde impedire la marginalizzazione di una consistente fascia della popolazione, è necessario che sia garantita universalmente e resa, progressivamente, gratuita.
L'informazione, deve essere libera, plurale e non condizionata dai poteri privati e statali. A tal fine sarà necessario eliminare le sovvenzioni pubbliche, impedire le concentrazioni, garantire l'effettiva pluralità e indipendenza dei mezzi di informazione pubblici e crearne di nuovi gestiti collettivamente.
Dalla mobilità, infine, dipende il lavoro e la vita sociale di gran parte della popolazione. Nel mondo globale, per lavorare, studiare o incontrare i propri cari, sempre più individui sono costretti a muoversi e a viaggiare, spesso in condizioni difficili. Occorre, quindi, garantire a tutti l'utilizzo a prezzi contenuti dei mezzi di trasporto pubblico, che devono tornare ad essere gestiti dalla collettività.

6 – OCCORRE INCENTIVARE E FAVORIRE LA RE-LOCALIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

Teoria: Dopo decenni di globalizzazione che hanno favorito solo le multinazionali, le banche e le grosse concentrazioni di potere a discapito delle frange più deboli della popolazione mondiale, è giunta l'ora per le comunità nazionali e locali di riappropriarsi della catena produttiva.
Prassi: Il diffondersi di internet e delle comunicazioni mobile è accompagnato da una decisa diminuzione dei costi dei beni capitali (macchine, attrezzature, strumenti, etc...) atti a produrre beni e servizi. Inoltre, rivoluzionarie tecnologie quali la stampa 3D (con tutte le connesse capacità di creazione di parti di macchinari e pezzi di ricambio), permettono la nascita di nuovi sistemi produttivi locali flessibili ed efficaci.

Un deciso processo di re-localizzazione della produzione, altresì, consentirebbe il recupero delle tradizioni artigianali e lavorative locali, ancora ben presenti in molte comunità. L'interazione di queste competenze con le nuove tecnologie creerebbe un circolo virtuoso in grado, da un lato, di incentivare l'occupazione e, dall'altro, di salvaguardare l'ambiente, grazie alla diminuzione della circolazione delle merci e al conseguente venir meno della necessità di nuove infrastrutture per il trasporto delle stesse.

7 – LA FINANZA DEVE ESSERE AL SERVIZIO DELLA SOCIETA' NEL SUO INSIEME

Teoria:Il sistema finanziario deve ritornare sotto il controllo pubblico e, in particolare, le nazioni devono potersi riappropriare della propria politica monetaria, senza più soggiacere a dettami e costrizioni esterne. Inoltre, deve reintrodotta una netta separazione tra banche commerciali e banche di investimento, in modo da evitare il coinvolgimento dell'intera economia nelle speculazioni finanziarie.
Prassi: La politica economica di un paese è strettamente dipendente dalla propria autonomia monetaria: senza la possibilità di “batter moneta” non esiste l'indipendenza di una nazione. Non a caso, nel corso della storia, i re, i principi e gli stati venivano riconosciuti partendo da questa prerogativa esclusiva. In molte realtà (Europa e paesi in via di sviluppo, in particolare) le autorità monetarie locali sono costrette a seguire norme e precetti stabiliti da organismi esterni (Troika europea o Fondo Monetario Internazionale). Pertanto, per garantire il dispiegarsi di autonome iniziative in campo economico e sociale è necessario liberarsi da queste limitazioni. A tal fine, oltre alla revisione dei vari trattati, è auspicabile il ricorso ai referendum popolari. Parallelamente, in attesa della modifica di tali condizioni, è augurabile l'introduzione di monete fiduciarie (garantite da beni pubblici, per esempio) ad ambito locale o nazionale, in grado di accrescere la disponibilità monetaria e quindi migliorare l'andamento dell'economia reale.

8 – GARANTIRE L'UGUAGLIANZA DI OPPORTUNITA' ATTRAVERSO IL REDDITO BASE DI CITTADINANZA

Teoria: Non esiste uguaglianza tra i cittadini senza la garanzia di un reddito minimo per tutti: disoccupati, giovani in cerca di lavoro, anziani, immigrati, ammalati, etc. …. Ogni singola nazione potrà decidere la dimensione e le modalità di erogazione, nella consapevolezza che l'indigenza costituisce una diseconomia esterna causata dall'attuale sistema sociale a cui, pertanto, le istituzioni pubbliche sono tenute a rispondere.

Prassi:Diritto alla sussistenza e libertà sono strettamente interdipendenti, non si potrà godere della libertà ed esercitarne i correlati diritti senza prima veder garantiti i propri bisogni di base.

Occorre, inoltre, essere coscienti che i sussidi e il reddito di cittadinanza rappresentano uno dei migliori incentivi per l'intera economia in quanto, a differenza di altri tipi d'intervento pubblico,le relative somme rientrano quasi immediatamente nel sistema economico, accrescendo il consumo e di conseguenza gli investimenti privati e l'occupazione.

9 – ALDILA' DEL PROFITTO E DELL'INTERESSE INDIVIDUALE

Teoria: L'economia, in quanto parte integrante di ogni società, deve sempre privilegiare gli interessi della collettività nel suo insieme e quelli delle generazioni future.
Prassi: Pur potendo riconoscere la legittimità di un congruo profitto individuale (che dovrà essere trasparente e socialmente accettabile), è necessario che le attività economiche siano finalizzate all'accrescimento del benessere e della coesione delle intere comunità. In tale direzione, riteniamo essenziale la reintroduzione, o meglio, il recupero graduale delle forme tradizionali di scambio, quali il baratto e il dono reciproco.

10I VALORI CONDIVISI, I CREDI, LE CULTURE E LE TRADIZIONI COSTITUISCONO IL VERO MOTORE DI UN'ECONOMIA SOSTENIBILE

Teoria: Se per l'economia di libero mercato, i valori condivisi rappresentano un ostacolo nel dispiegarsi della globalizzazione, nell'ottica di un'economia sostenibile, invece, individuano un insieme inesauribile di risorse. Prassi: Le diverse culture individuano le soluzioni economiche ottimali applicabili in un determinato ambiente e società. La viva storia delle nazioni e delle comunità locali, opportunamente ravvivata, è in grado di indicare specifici prodotti e servizi, altrimenti destinati ad essere eliminati dal mercato globale. In particolare, la loro utilità si dispiega nella propria valenza comunitaria, che unisce in modo inscindibile l'interesse del singolo a quello della società. Ci riferiamo, per esempio, alle “corvées” e certi scambi di servizi a titolo gratuito ancor vivi in molte comunità, oppure a molte delle soluzioni adottate nella tradizione per il risparmio dell'energia o, anche, per il riciclaggio dei rifiuti.

Documento depositato presso
CCSD (Centre pour la Communication Scientifique Directe) - CNRS

Descrizione della soluzione

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Soggetto attuatore e verifica

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Risorse necessarie e loro reperimento

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Aspetti etici, ambientali, sociali

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