La democrazia rappresentativa è un modello organizzativo all'interno di uno Stato nella quale gli aventi diritto al voto, secondo il principio del suffragio universale, eleggono dei rappresentanti per essere governati.
Questo modello è chiaramente opposto alla democrazia diretta, nel quale invece sono i cittadini aventi diritto ad assumere direttamente il governo dello Stato.
Le democrazie rappresentative si distinguono in
- Democrazie parlamentari se il parlamento ha i più ampi poteri a partire dalla fiducia obbligatoria all'esecutivo (governo)
- Presidenziali o semipresidenziali se il presidente della repubblica o il capo dello stato riveste poteri analoghi a quelli dell'assemblea legislativa (soggetti con potere di emanare leggi).
- Monarchie costituzionali o monarchie parlamentari dove il Sovrano regna con il rispetto di una costituzione oppure con minore potere, attraverso un'assemblea parlamentare (tipico esempio: l'Inghilterra con la nomina di un primo ministro con potere esecutivo)
Attualmente in Italia, la democrazia rappresentativa si traduce nella mancanza di filio diretto eletto-elettore, in quanto il mandato elettorale è instaurato da un rapporto di fiducia. Questo rapporto è dunque un mero obbligo morale fra eletti ed elettori, che può essere tradito ogni volta, scandalosamente previsto dalla nostra costituzione (art. 67). La possibilità di "punire" con una scelta diversa alle elezioni successive non è più una soluzione quando la rappresentanza politica si riduce a due partiti, il che fa diventare pratica diffusa promettere in un modo e agire poi diversamente.
Dove il parlamentare o il governante eletto hanno piena libertà morale, quindi autonomia di condotta e opinioni e nessun obbligo giuridico verso l'elettorato, si verificano le seguenti possibilità:
- ll trasformismo non è reato e si pone in termini più forti la questione morale della politica.
- Il reato di corruzione esiste fra privato e pubblico ufficiale ma non fra due o più parlamentari che sono pubblici ufficiali.
- Il reato di voto di scambio sussiste per chi riceve denaro in cambio di un voto, in modo indipendente dalla presenza di un'organizzazione criminale, ma non per chi cambiando partito ottiene nuovi incarichi politici.