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La democrazia partecipativa è la naturale evoluzione della democrazia liberale teorizzata fin dall'ottocento da eminenti intellettuali quali Mill, Locke e Montesquieu. Ma la democrazia partecipativa è ostacolata nella sua attuazione pratica dai politici di professione, dai costituzionalisti, dagli intellettuali e dai cittadini perché pregiudizialmente ed erroneamente ritenuta inefficace rispetto alla democrazia rappresentativa. La democrazia partecipativa si basa sull'idea che la legittimazione di un ordinamento politico dipende dalla capacità dei cittadini di discutere gli affari pubblici. Promuovere forme e modelli di democrazia partecipativa e deliberativa consentirebbe alle istituzioni pubbliche di valorizzare l'ascolto dei cittadini, di renderli partecipi e attivi alla vita stessa della comunità in cui vivono, di responsabilizzarli sulle scelte che li riguardano. La democrazia partecipativa offre a tutte le categorie dei cittadini un ruolo significativo nel controllo dell'operato delle istituzioni pubbliche e private e la capacità di verificare il livello dei servizi offerti. Offrire ai cittadini il potere deliberativo attraverso informazioni accessibili e complete, attraverso il confronto pubblico consente la formazione di opinioni più neutrali, competenti e pluralistiche e quindi offre una maggior risposta alla soluzione politica dei problemi sociali. La partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica del Paese renderebbe il Paese stesso più plurale.

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