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Interrogazione parlamentare sulla Certosa di Pavia

ORELLANAMORRASERRAFUCKSIAGAETTICAPPELLETTIDE PIETROCASALETTOBIGNAMICOTTIMUSSINI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che:

il complesso monumentale della Certosa di Pavia fu acquisito nel 1785 mediante espropriazione dallo Stato di Milano per ordine dell'imperatore Giuseppe II e da allora è sempre appartenuto al demanio statale;

il 7 luglio 1866 il monastero è stato dichiarato monumento nazionale italiano;

dal 1881 al 1968 il Ministero della pubblica istruzione amministrò il complesso direttamente, consentendovi l'accesso al pubblico previo pagamento del biglietto d'ingresso che, unitamente ai proventi del podere, consentiva di coprire le spese di manutenzione e restauro;

successivamente la gestione del complesso fu attribuita ai Frati cistercensi del Priorato della Beata Maria Vergine della Certosa Ticinese, che hanno sempre consentito l'accesso gratuitamente. La concessione è scaduta dal marzo del 2012 e non è stata rinnovata;

le opere di restauro sono state eseguite sempre a spese dello Stato, posto che la concessione non imponeva alcun obbligo di manutenzione a carico dei frati;

considerato che:

i Frati cistercensi del Priorato della Beata Maria Vergine della Certosa Ticinese (di seguito i "frati") gestiscono la gran parte del complesso monumentale della Certosa di Pavia, dove abitano;

in particolare i frati guidano le comitive di visitatori, scaglionati in gruppi, operando come guide turistiche di fatto al complesso monumentale;

dalla documentazione dei tavoli di confronto tecnici inaugurati dal Demanio nel 2011 risulta che i frati non abbiano sottoscritto col Demanio o con altro ente alcun contratto d'uso ai fini della gestione del complesso monumentale;

il verbale del tavolo tecnico del 27 gennaio 2011, Milano, agenzia del Demanio (filiale Lombardia, sede di Milano) denuncia un rischio per l'incolumità dei visitatori: "non vi è garanzia per la piena fruibilità del sito nonché per l'incolumità dei visitatori, il cui flusso si stima tra i 300.000 e 600.000";

il complesso è ora in stato di grande degrado, come documentato dal verbale del tavolo tecnico convocato dall'agenzia del Demanio (filiale Lombardia, sede di Milano) il 16 aprile 2012, che certifica l'esistenza di almeno due studi, il primo del 2006, che quantificano in 30 milioni di euro le risorse necessarie per le opere di carattere straordinario e ordinario, e senza tener conto dei restauri, per riqualificare il monumento, sottolineando la "somma urgenza" degli interventi indicati: «Secondo quanto emerso durante la quarta seduta, tutti i rappresentanti degli Enti coinvolti concordano quanto segue: si prende atto degli interventi di somma urgenza da effettuarsi sul monumento in base a quanto già rilevato dalla Commissione di Manutenzione nel corso dell'incontro tenutosi in data 27/03/2012; […] Il Ministero delle Infrastrutture - Provveditorato Interregionale alle OOPP segnala l'esistenza di uno studio di fattibilità, redatto nel 2004, per i lavori di recupero dell'intero complesso monumentale quantificato in € 30.000.000, ad eccezione dei restauri»;

anche lo studio ARCUS2009, commissionato dal Ministero delle infrastrutture e a firma del provveditorato alle opere pubbliche della Lombardia e della Liguria, dottor ingegner Francesco Errichiello, responsabile amministrativo, e dottor ingegner Maurizio Clarizia, responsabile di progettazione, ed eseguito da ARCUS SpA, società per azioni mista pubblico-privato la cui operatività aziendale deriva dai programmi di indirizzo che sono oggetto dei decreti annuali adottati dal Ministro per i beni e le attività culturali - che esercita altresì i diritti dell'azionista - di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, certifica una situazione drammatica in quanto il complesso monumentale, che "versa in un'allarmante situazione di abbandono", necessita di "messa a norma" in quanto "non presenta requisiti minimi indispensabili di messa a norma e sicurezza": «Il progetto è finalizzato alla ristrutturazione, alla messa a norma e valorizzazione del complesso monumentale demaniale che, allo stato attuale, versa in un'allarmante situazione di abbandono in termini di manutenzione straordinaria, non presenta requisiti minimi indispensabili di messa a norma e sicurezza, a partire dalla cerchia muraria, per la quale si eseguono ad oggi interventi di Somma Urgenza atti a tamponare la situazione di imminente pericolo senza poter risolvere e ripristinare lo stato dei luoghi»;

tramite dossier, progetti e varie iniziative lo stato del complesso monumentale è da anni osservato e seguito da diverse associazioni fra cui: Legambiente, Italia Nostra, Fai, Pavia Monumentale, Associazione Parco Visconteo, Società per la conservazione dei Monumenti dell'arte cristiana;

attualmente il complesso monumentale della Certosa di Pavia è inserito nel progetto Valore Paese Dimore, volto a "recuperare e/o valorizzare il patrimonio pubblico dismesso che abbia valenza storico-artistica e paesaggistica: fortezze, castelli, palazzi, ville, fari, caserme, conventi, eccetera. Tutto questo verrà realizzato mettendo a punto un programma imprenditoriale per la realizzazione di un network di strutture ricettive rispondenti a precisi standard di qualità che, accanto ai tradizionali servizi alberghieri, presuppone l'offerta di veri e propri servizi culturali, sotto un unico brand riconoscibile, simbolo di tutela, sviluppo, qualità e affidabilità";

attualmente l'agenzia del Demanio lombarda sta elaborando un bando per individuare quali soggetti privati potrebbero prendere in gestione una parte del complesso monumentale della Certosa di Pavia nel quadro del progetto Valore Paese Dimore,

si chiede di sapere:

secondo quale accezione e quali parametri il complesso monumentale della Certosa di Pavia sia da ritenersi "dismesso", prerequisito per essere incluso nel progetto Valore Paese Dimore;

secondo quali criteri il complesso monumentale della Certosa di Pavia sia stato inserito nel progetto Valore Paese Dimore, pur in assenza di un progetto complessivo ed organico di recupero e rilancio, nonché in presenza di una gestione parzialmente irregolare, dato che la relativa convenzione è scaduta più di 30 anni fa;

considerate l'attrattività turistica e le potenzialità di mercato riconosciute al complesso monumentale della Certosa di Pavia, se il Ministro in indirizzo non ritenga più opportuno prendere direttamente in gestione il complesso al fine di garantire, tramite gli introiti derivanti dai flussi turistici, un flusso di cassa costante e necessario per le opere di manutenzione, ripristino, restauro, valorizzazione e rilancio.

(4-01715)

Added by Luis Alberto Orellana on 20 Feb 2014 at 06:57 PM | Comments (0)
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